09/12/11

Montaggio di un Personaggio

di Cristina Taliento



(Bindo Altoviti, Raffaello, 1515, oil on wood, 60 x 44 cm, National Gallery of Art, Washington)


La stanza dei Personaggi era grande quanto una scatola di bottoni ed era buia, più buia della notte. Quando andai a prendere il matto Genda, lo tirai per un braccio e mi diressi verso la scrivania per nominarlo cavaliere della prossima storia, ma mi accorsi che in mano avevo solo il suo braccio e che il resto si era staccato del tutto. Glielo riattaccai con dello scotch e un po' di colla. Feci un pasticciaccio, ad ogni modo. "Avanti, siedi" dissi come avrebbe detto mio nonno. Ma quello non si sedeva e mi disse che non voleva lavorare perchè aveva il morbillo. "Perchè?". "Perchè ho il morbillo". "E quali sono, secondo te, i sintomi del morbillo?". "Una tristezza metafisica". Il matto Genda non era uno di quei Personaggi da licenziare per niente, da strappare a pezzetti per un morbillo immaginario. Decisi, perciò, di sbuffare e basta. Lo rimisi nella stanza e stavo per rimmettere a posto il coperchio quando la luce della candela illuminò un angolo della scatola dove era rannicchiato un Personaggio che non avevo mai visto. Lo presi come se fosse stato un uccello moribondo e lo lasciai sulla scrivania. Appoggiai la candela sul piano e stetti a guardare quel Personaggio che chiudeva gli occhi e iniziava a lamentarsi come in un sogno. "Ehi?". Si lamentò. Pensai che fosse per la luce e così misi la candela a terra. "Fiuuuuu" fischiai. Si lamentò e smisi di fischiare. "Macchietta?" lo chiamai con il nome con cui di solito si chiamavano i Personaggi senza nome. Ma quello si lamentava ancora. Allora capii che quella doveva essera la sofferenza di chi vive pur non esistendo e mi ricordai che mai gli avevo dato un nome, un'età. Mi sentii in colpa e subito esclamai, non sapendo cosa esclamare: "Ionio!". Il Personaggio rallentò i suoi lamenti e mi guardò sofferente, con sospetto. "Ionio..."dissi con meno entusiamo. Il Personaggio fece una smorfia di dolore e parlò con una voce da bambino. Disse: "Il nome di un mare?".

"Se vuoi possiamo cambiarlo. Non ti piace?" ma poi mi ricordai che non era possibile cambiare un nome dopo averlo esclamato a quel modo perchè l'idea di quel nome era ormai parte della sua vita.

"Ionio" ripetè a bassa voce il Personaggio per ricordarselo.

Nascosi il sollievo nel vedere che gli piaceva aprendo il terzo cassetto a destra in cerca di un foglio e di una penna.

"Ionio, di', parla" dissi come avrebbe detto mio nonno.

Il Personaggio deglutì e alzò le spalle. Sembrava confuso. Così gli spiegai:

"Io di solito ascolto le storie dei Personaggi e le appunto sulla carta. Certe volte le modificò un po' soprattutto quando si tratta di cancellare episodi che quasi tutti gli scrittori chiamano binari morti. Ma io non sono uno scrittore, per intenderci. Nemmeno una scrittrice, non pensarlo proprio. Il mio ruolo sarebbe facilmente sostituibile da un registratore, ma ogni volta che posiziono uno di quegli aggeggi vicino ad un mio Personaggio, quando poi vado a riascoltare scopro che non ha registrato un bel niente. E questo è davvero scocciante per chi trova più semplice scrivere e non perdere tempo. Comunque se non vuoi che levi i binari morti della tua storia possiamo lasciarli, non fa alcuna differenza. Bene... come iniziamo?"

Il Personaggio riprese a lamentarsi. Non sapevo come calmarlo.

"Senti, senti, senti. Va bene, okay? Il tuo nome è Ionio e vivi in una casa in riva al mare, anzi no, sul fiume. Vivi in una casa vicino a un fiume dove sulle sponde crescono cespugli di rose rosse e tutt'intorno ci sono salici sotto ai quali ti piace piangere perchè.... perchè piangere è il tuo mestiere. La gente ti paga per vederti piangere."

Il Personaggio si mosse appena.

"La gente ti paga per vederti piangere perchè quando piangi sei bellissimo e vederti piangere è come vedere Madama Butterfly oppure stare per ore davanti a un Picasso. Senti, non sto dicendo che sei triste o Dio solo sa cosa, ma tu adesso hai una ragione per vivere e non dovresti lamentarti. Anzi, si, dovresti farlo perchè è il tuo lavoro adesso e se ti piace potrà esserlo per sempre...". Mi morsi il labbro poichè non si poteva cambiare nulla anche se il Personaggio non avesse gradito.

"Sono bellissimo quando piango" ripetè il Personaggio a bassa voce per vedere che effetto faceva.




(Continua...)


2 commenti:

Adriano Maini ha detto...

La tua passione per lo scrivere é bella e contagiosa!

Il Ballo dei Flamenchi ha detto...

Se fosse vero!